venerdì 16 luglio 2010

Umorismo e dintorni ..vecchio articolo


Non smettiamo di ridere
Satira e umorismo:psicologia e fisiologia del nostro ridere quotidiano.

C’è chi dice che, al punto in cui siamo, non c’è proprio nulla da ridere.
C’è poi chi dice che coloro che (per arte e professione) fanno uso dell’umorismo e fanno satira alimentano malessere e malcontento nella popolazione.
Ma, forse, chi vuole rinunciare a ridere e chi vuol censurare la satira non comprende che l’essere umano non può rinunciare a ridere e, soprattutto, che ridere ci fa bene. Paradossalmente, possiamo infatti affermare che “ridere è una cosa seria” (Francescato, 2002) e l’attenzione che la psicologia e la scienza medica dedicano, sempre più, a questo argomento, pare confermacelo.

Nella storia della psicologia ritroviamo ad interessarsi all’argomento Freud, pioniere tra i pionieri degli studi sulla psiche che, per primo, compie degli studi sui motti di spirito; in seguito anche molti altri autori (Goldstein, McDougall, Bateson, solo per citarne alcuni), già dagli anni ’20-’30 ma, soprattutto, tra gli anni ’50 e ’60, si sono cimentati in studi su argomenti quali ironia, umorismo, comicità, risata. Goldstein-McGhee ( 1972) nel loro saggio “Psicologia dello humour” identificano inoltre ben otto categorie di teorie in grado di spiegarci qualcosa sull’umorismo: teorie biologiche (istintive ed evolutive), teorie della superiorità, teorie dell’incongruità, teorie della sorpresa, teorie dell’ambivalenza, teorie dello sfogo e del sollievo, teorie configurazionali, teoria psicoanalitica. Sommariamente ( e forse anche un po’ riduttivamente) possiamo dire che “il ridere” in psicologia viene visto e interpretato sia come espressione liberatoria e positiva che come una difesa e, forse, è tutto qui: l’ironia, l’umorismo e la satira, non fanno altro che porre l’accento sulle forze e sulle debolezze dell’animo umano e, nei labirinti dell’anima, la risata trova la sua strada per dar voce all’allegria, all’aggressività, alla difesa o all’offesa (e molto altro), sgorgando attraverso una mimica facciale ed una sonorità molto affascinante. Oramai la risata, in ambito medico, è utilizzata anche come strumento di intervento; la comicoterapia è infatti sempre più diffusa soprattutto come forma di sostegno per i bambini affetti da tumore, in generale, come “coadiuvante” a svariati trattamenti medici. E, questo, non solo per il gusto di offrire dei momenti di allegria, ma perché dal punto di vista fisiologico, ridere è innanzi tutto “una buona ginnastica”: se per piangere impegniamo meno di venti muscoli, per ridere ne usiamo più di sessanta.
Ridere provoca una sollecitazione meccanica della zona delle tempie e ha un'azione galvanizzante sulle funzioni del cervello e di alcune ghiandole; mobilita il diaframma, tonifica gli intestini, ossigena i polmoni; provoca l'aumento del ritmo di sintesi delle encefaline (che sono dei mediatori del sistema nervoso centrale) e aziona la secrezione di endorfine e altre sostanze che, oltre a dare una sensazione di benessere, rendono vispe le funzioni cellulari e rinforzano il sistema immunitario. Lee S. Berk ha presentato i risultati di uno studio (gruppo di ricerca dell’Università di Loma Linda in California, convegno annuale della American Physiological Society, 2006) in cui sono stati monitorati i parametri fisiologici di un gruppo di volontari prima, durante e dopo la visione di una film comico: nel sangue dei soggetti che assistevano alla proiezione di un film comico era presente in media il 27% in più di beta-endorfine e l’87% in più dell’ormone della crescita rispetto ai livelli registrati nel gruppo di controllo, che non vi assisteva. Ed inoltre, in uno tra i tanti lavori presentati alla 73° sessione scientifica dell'American Heart Association, è emerso che, secondo i cardiologi del Centro Medico dell'Università del Maryland, per quanto le cause siano ancora tutte da accertare, le persone propense all'umorismo e alle risate hanno il 40% in meno di possibilità rispetto ai «musoni» di essere soggette ad attacchi cardiaci. Ridere è, in generale, un buon rimedio contro lo stress e un toccasana per il cuore.
Giorgio Celli ( entomologo e scrittore, sempre molto vicino al mondo della comunicazione, che ultimamente si è nuovamente accostato al mondo della tv attraverso la comicità) nel suo saggio “La scienza del comico”(1982), scrive: ”come polo necessariamente e costitutivamente opposto del conformismo, il comico, nella satira, si incontra e interagisce con la storia. Aspira a far politica. Ma una politica “negativa”, perché il comico, per sua natura è sempre dissenso, mai consenso. Può essere tutto fuorché agiografico e celebrativo. Per questo tra lui e il potere c’è sempre diffidenza e guerra... perché il riso, in ultima analisi è un’arma. La derisione spezza le aureole, dissolve i carismi, obnubila gli eroi. Ridere e far ridere è un mestiere assai rischioso”; ma, in base a quanto detto fin ora, sembrerebbe valer la pena che questo mestiere venga esercitato, per il nostro bene! Poi, se davvero si volesse porre fine alla risata, se davvero si volesse rinunciare alla satira, io, per lo meno, chiudo qui e manifesto il mio dissenso, sorridendo e pensando ad un film che vede protagonisti Benigni e Troisi: se si vuol tornare alla censura, se ci vogliamo proiettare indietro nel tempo, ai tempi di Savonarola, allora, signori miei, davvero, “non ci resta che piangere!”.

3 commenti:

  1. La satira, a detta del latinista francese Jean de Santeul, ci permette di corregge i cattivi costumi, i vizi, i difetti umani deridendoli ... senza ammiccamenti. Pertanto, viva la satira!

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  2. Complimenti per il post. Decisamente interessante.

    ChaoLin LinGiù

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  3. è vero "anonimo": viva la satira.
    Grazie anche a te Lino.

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