venerdì 11 gennaio 2013

Affrontare le emozioni negative

Ansia , paura, dolore, tristezza, tutte emozioni negative che spesso non ci piace neppure nominare, tantomeno sperimentare. Eppure anch’esse hanno la loro funzione e sono essenziali. Evolutivamente parlando, sono infatti soprattutto tali stati emotivi che ci hanno permesso di sopravvivere. La paura, l’ansia, ecc. sono tutti dei segnali d’allerta per il nostro organismo, e non sono solo stati psichici, ma hanno dei precisi correlati e circuiti fisiologici. Gli stati negativi ci segnalano un pericolo, e ci segnalano ad esempio che c’è qualcosa da cui dobbiamo difenderci, rispetto alla quale dobbiamo prepararci o porre rimedio; si pensi ad esempio se non avvertissimo dolore, non potremmo identificare tanti piccoli grandi disturbi che tante volte ci tocca sopportare e curare, non saremmo neppure in grado di distinguere ciò che è più o meno pericoloso per noi e non ci accorgeremmo neanche di esserci feriti. Certo altra cosa è il dolore fisico dal dolore emotivo, magari causato dalla morte di una persona cara, ma anche rispetto a questo tipo di dolore esiste un correlato fisiologico; in questi casi spesso si tende ad isolarsi, se un po’ di isolamento può andar bene è comunque la relazione la “miglior cura” a questo tipo tipo di dolore. O si pensi alla rabbia, spesso connotata negativamente; è grazie ad essa che non subiamo passivamente tutto, ed è grazie ad essa probabilmente che sono avvenute anche le grandi rivoluzioni della storia. Certo è vero che se vivessimo sempre in uno stato di allerta o di paura o di rabbia non potremmo star bene ( e questo sarebbe solo uno dei milioni di motivi che già da solo dovrebbe bastare per smetterla con le guerre nel mondo), ma le emozioni negative ci sono indispensabili. Tante volte la tendenza è quella di evitarle, ignorarle o, invece, esasperarle, in realtà esse sono da elaborare e affrontare, e ci sono tanto necessarie quanto le positive: è un qualcosa di naturale verso cui siamo predisposti fisiologicamente, proprio come le nostre giornate hanno delle ore di luce e delle ore di buio, a noi serve un po’ di sole e un pò di oscurità. Certo c’è un limite, e c’è anche un livello di stati emotivi negativi che, almeno secondo i manuali, possiamo indicare come normale o patologico, ma la questione è che in ogni caso comunque anche le emozioni negative hanno un significato e, soprattutto, svolgono una funzione protettiva. Forse ad alcuni verrà a questo punto da chiedersi, ma perché devo, ad esempio, essere triste? La risposta è di nuovo quella della luce e del buio, così come se fosse sempre giorno non avremmo il concetto di notte, così se fossimo sempre felici non sapremmo né cos’è la felicità né la tristezza, insomma saremmo un po’ inebetiti! Ed inoltre in quelle persone in cui esiste, diciamo così un accumulo di tristezza, di ansia, paura o rabbia, questo accumulo ha sicuramente una funzione che se pur sgradevole spesso per chi la vive ma anche per chi gli è vicino, compensa delle carenze ed offre la possibilità, se pur deviate, di entrare in relazione. Non mi addentro in questo contesto nelle singole patologie che possono essere legate alle emozioni negative o in dettagli che forse al lettore potrebbero risultare troppo tecnici, ma userò una metafora, perché talvolta ciò che succede intorno a noi rappresenta un’utile metafora per rappresentare ciò che succede dentro di noi. La situazione dei rifiuti, del loro smaltimento e del riciclo dei materiali, sta diventando un argomento sempre più importante per la salvaguardia dell’ambiente. Ciò che è successo negli anni, e che ha fatto sì che la questione sia ad un punto oramai critico è che ciò che doveva essere smaltito e riutilizzato, riciclato, è stato invece accumulato, non solo per impossibilità, ma per troppi compromessi e ricatti che si sono accettati e per una buona dose di indifferenza e di lucro; e l’accumulo è giunto ad un livello insostenibile, tossico e nocivo. Con le nostre emozioni negative, non dovrebbe invece andare così, ogni volta dovremmo prendere la nostra dose in eccesso, quella da buttar via di ansia, paura ecc. elaborarla ed eliminarla. Ed anche il riciclo e in generale l’utilizzo della spazzatura come fonte di energia, possiamo usarli come metafora delle nostre emozioni negative: la rabbia che ci ritroviamo in eccesso possiamo utilizzarla per dar voce ai nostri diritti, piuttosto che ritorcerla contro di noi deprimendoci o verso l’altro aggredendolo, l’ansia in eccesso può essere utilizzata per gestire la nostra organizzazione, piuttosto che per lamentarsi o farsi prendere da una sensazione di agitazione e soffocamento. Insomma possiamo decidere se usare anche le nostre emozioni negative o farci usare da esse. Viviamo nell’epoca del benessere, ovunque si vende e promette benessere, ma il benessere non si compra lo si conquista faticosamente ogni giorno, non si possono accettare troppi compromessi e non esistono soluzioni di comodo o magiche, perché queste sono quelle che, prima o poi ci si ritorcono contro, proprio com’è successo con i rifiuti che minacciano l’ambiente. In qualche modo, è come se noi esseri umani fossimo dotati di una sorta di bisogno di onestà di fondo e non possiamo mentire troppo a noi stessi. Se accumuliamo troppa spazzatura nella discarica dell’anima, prima o poi l’anima, tramite i sintomi dell’ansia, della paura ecc. si fa sentire e ci costringe ad affrontarli.

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